Ciao sono Giovanni Giudice, speaker pubblicitario, voiceover talent.
Ah bello, e che film hai doppiato!
Ma guarda che non ho detto doppiatore, ho detto speaker pubblicitario.
E non è la stessa cosa?
No affatto!
Il doppiatore è un doppio attore, nel senso che è un attore prestato alla recitazione sul volto di un altro attore che parla un’altra lingua, e il doppiaggio serve proprio a rendere fruibile nella propria lingua di ascolto un film o un prodotto audiovisivo, tendenzialmente mantenendo inalterato l’aspetto interpretativo e quindi emozionale. E lo speaker pubblicitario? Quasi sempre lo speaker pubblicitario è più un lavoro nell’ombra, la cosiddetta voce fuori campo, rispetto al doppiatore è più raro che uno speaker abbia da doppiare un personaggio in campo. Inoltre l’aspetto emozionale dello speaker pubblicitario è meno marcato, l’obiettivo della voce speaker è quella di comunicare un messaggio promozionale, convincere, catturare l’attenzione e magari persuadere a fare un’azione. Certo ci sono gli spot più emozionali, e quasi sempre vengono fatti da grandi interpreti (e spesso parliamo di doppiatori prestati alla pubblicità). Ma la maggior parte delle produzioni tv vengono fatte dagli speaker pubblicitari, non c’è dubbio.
C’è poi da fare una precisazione tecnica, il doppiaggio si fa nelle sale di doppiaggio (Roma e Milano).
Il voiceover artist, invece, lavora quasi sempre presso il proprio home studio, che, anche nel caso dell’homestudio più professionale, presenta caratteristiche completamente diverse dalle sale di doppiaggio.
La sala di doppiaggio è grande, perché serve l’aria, lo spazio aperto ma senza riverbero, perché la voce deve essere quanto più neutra possibile per permettere poi, in post produzione, di ricreare artificialmente gli ambienti diversi necessari scena per scena. Si dice che si deve sentire la “sala”.
Gli ambienti di registrazione degli speaker casalinghi sono più piccoli, anche il mio spazio, per quanto sia uno standard nel mondo e tra i più professionali, è di 1 metro e mezzo per 1 metro. Il che rende l’acustica perfetta per il mondo pubblicitario ma non adatta al mondo del doppiaggio. L’acustica in uno spazio così ristretto ha già una sua caratteristica che viene catturata in registrazione, e ci si può lavorare meno in post produzione.
Inoltre le sale di doppiaggio sono seguite dalle sale di regia, in cui è presente il fonico di doppiaggio e il direttore di doppiaggio, che seguono la lavorazione dando indicazioni tecniche e artistiche. Il lavoro del doppiaggio è un lavoro di squadra, il lavoro dello speaker è spesso un lavoro solitario. Ovviamente ci sono produzioni molto grosse che si avvicinano al doppiaggio e che permettono allo speaker di recarsi in un grande studio pubblicitario e lavorare insieme al direttore di doppiaggio, all’agenzia dei creativi che hanno realizzato la campagna e i clienti che commissionano il voiceover.
Il campo di lavoro del doppiaggio è quello dei film, delle serie tv, dei programmi e dei documentari.
Il campo dello speaker è parallelo ma non identico. Potrebbe essere chiamato per doppiare un documentario, un programma tv, difficilmente un film o una serie tv, è un altro canale.
Quasi sempre lo speaker pubblicitario è convocato per dare voce ad uno spot, ad un video aziendale emozionale e non, a servizi prettamente voce come le segreterie telefoniche, gli audiolibri ed audioguide, i podcast, i video animati sul web, gli audiocorsi e e-learning e anche i videogiochi.
Mi verrebbe da dire che il doppiatore è più malleabile, e potrebbe sfruttare la sua grande capacità interpretativa per calarsi nei panni dello speaker pubblicitario. Eppure è capitato di sentire grandi doppiatori prestati al mondo pubblicitario e non riuscire nell’impresa. Perché comunque rimangono due forme di espressione molto diverse e quindi ci si può specializzare e diventare i migliori in uno, ma non anche nell’altro campo. E ovviamente ci sono speaker che sono soltanto delle voci, mentre altri sono interpreti. E questo fa tutta la differenza, come in ogni altro lavoro, tra manovale e maestro.
E tu, cosa ne pensi?
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